Coronavirus, precauzioni e ricerca in attivo

Coronavirus cinese, la storia che si ripete. i sintomi, il contagio e come proteggersi. Anche la ricerca corre veloce come il virus.

Le farmacie, quale primo presidio del Servizio sanitario nazionale, sono fortemente impegnate nel diffondere ai cittadini una corretta informazione sul Coronavirus isolato in Cina e adottare i più adeguati comportamenti igienico-sanitari volti a prevenire e contrastare la diffusione del virus.

La vicenda Coronavirus (o meglio 2019-nCoV”, il suo vero nome) riporta alla mente altre situazioni simili, discretamente recenti, come quelle di Ebola e Sars, che pure hanno provocato un panico molto diffuso a livello internazionale. La seconda di queste epidemie, in particolare, ha diversi aspetti in comune con l’infezione partita da Wuhan, in Cina, solo poche settimane fa. La Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), d’altra parte, è causata proprio da un coronavirus (chiamato così per la sua forma – per l’appunto – a corona). I coronavirus colpiscono mammiferi e uccelli e all’uomo provocano infezioni respiratorie che la maggior parte delle volte sono di lieve entità. Il nuovo Coronavirus e la Sars hanno in comune circa l’80% del quadro genetico e, tra gli aspetti condivisi, ci sono anche le modalità di aggressione del sistema respiratorio umano.

Le origini del coronavirus

A gennaio è stata eseguita la mappatura genetica del coronavirus, ma la sua origine è ancora discussa. Alcuni ricercatori del Wuhan Jinyintan Hospital escludono l’ipotesi che si sia propagato all’interno del mercato di pesce e animali vivi della città della Cina orientale. Secondo la loro ricostruzione, il primo paziente ricoverato in ospedale il 1 dicembre non si era mai recato nel mercato. Si attendono ancora conferme circa la teoria che il nuovo agente infettivo sarebbe arrivato all’uomo attraverso il pipistrello prima e il serpente poi.

I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso:

  • la saliva, tossendo e starnutendo
  • contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose)
  • toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi
  • contaminazione fecale (raramente)

Rischi e contagio del coronavirus
Il coronavirus ha una contagiosità da 1,5 a 2 (è il numero di riproduzione di base che indica i contagi secondari che un agente infettivo può produrre in una popolazione sana). Ciò vuol dire che ogni paziente può infettare da una persona e mezzo a due. Non è un tasso particolarmente alto. Il morbillo oscilla tra 7 e 29.

I primi sintomi che vanno monitorati, in questo caso, sono malessere generale associato a febbre, iperemia del cavo faringeo con tosse, a volte anche iperemia congiuntivale (forte arrossamento di uno o di entrambi gli occhi) con fotofobia. Come tutte le infezioni virali, uno dei primi sintomi dell’infezione da Coronavirus è la febbre.

Il Ministero della salute ricorda sul sito istituzionale le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie. Queste comprendono il mantenimento dell’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche) e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani), pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate) ed evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti. In paesi come il Giappone è pratica corrente per chiunque abbia anche soltanto il raffreddore.

Ricerca in attivo

Il nuovo coronavirus cinese corre veloce, ma la ricerca scientifica non è da meno: sono già stati pubblicati i primi risultati scientifici sulle modalità di trasmissione del virus. I comparti di Ricerca e Sviluppo delle aziende sono al lavoro per mettere a punto un vaccino e un test diagnostico.

Janssen ha iniziato a sviluppare un vaccino contro il 2019-nCoV e a collaborare ampiamente con altri attori per sottoporre a screening una gamma di terapie antivirali. Il programma vaccinale sfrutterà le tecnologie di Janssen Advac® e PER.C6®, che offrono la capacità di ottenere rapidamente una produzione di alto livello del vaccino candidato. L’azienda sta anche procedendo a una revisione dei pathway per determinare se i farmaci precedentemente testati possano essere utilizzati per aiutare i pazienti a sopravvivere a un’infezione da 2019-nCoV e a ridurre la gravità della malattia nei casi non letali.

Test diagnostici in commercio

Sul fronte della diagnostica, Roche ha fatto sapere di aver messo a punto, in collaborazione con la compagnia tedesca Tib-Molbiol, un test diagnostico per il coronavirus, che permette di identificare l’infezione in poche ore. Si tratta in realtà di tre test in uno, che consentono di distinguere il coronavirus da altri patogeni simili, come il virus della SARS.

L’azienda sottolinea che l’isolamento di intere città, necessari per frenare la diffusione della malattia, “sta rendendo più difficile consegnare le attrezzature di Roche agli ospedali situati in zone calde. Roche sta lavorando con le autorità cinesi per effettuare le spedizioni il più rapidamente possibile”. Ci sono già test disponibili sviluppati nei singoli ospedali, per il momento è impossibile fornire dati certi sul numero di diagnosi effettuate, sui luoghi in cui il test viene effettuato o sulla presenza di altri test perché la situazione cambia estremamente rapidamente, nel giro di ore.

I controlli per chi viaggia e il numero di emergenza

I primi controlli sono stati attivati a metà gennaio negli aeroporti (i primi negli Usa) dove le persone di ritorno da zone infette della Cina vengono sottoposte a monitoraggio (misurazione della febbre e verifica di altri sintomi) anche attraverso questionari. Le indicazioni delle autorità sanitarie per i pazienti asintomatici, in generale, sono di verificare la possibile insorgenza di sintomi quale raffreddore, febbre, tosse e di chiamare i numeri di emergenza – in Italia è stato attivato il 1500 – per chiedere un parere prima di recarsi al Pronto soccorso.