Il Farmacista “rurale”

Le farmacie dei piccoli centri abitati fanno la differenza per chi li abita. Il supporto della rete FAP e la diffusione della prevenzione.

Nei paesi, quelli che contano sono il sindaco, il prete, il medico di condotta, il maresciallo dei carabinieri e il farmacista. Un antico detto ma reale che riconosceva lo status sociale guadagnato con anni di servizio e condivisione con gli abitanti. La Farmacia del paese era infatti il luogo dove, a fine giornata, erano soliti ritrovarsi per discutere dei fatti del giorno e commentare i fatti del paese. I suoi mobili di legno massiccio imponenti, l’odore pungente dei medicinali e i vasi da “speziale” esposti creavano un’atmosfera particolare che ben si addiceva a favorire la socializzazione.

Oggi però le cose sono cambiate. I carabinieri hanno chiuso le caserme periferiche, non esiste quasi più la figura del medico condotto e gli attuali professionisti non hanno più l’obbligo di risiedere nel paese, il prete spesso è suddiviso tra diversi comuni e non abita in paese. A rimanere con il sindaco, è solo il farmacista che molto spesso, anche se non ne ha più l’obbligo, risiede sopra la farmacia stessa.

Anche le farmacie si sono evolute, scegliendo colori più tenui e puntando sulla luce e adottando macchine elettroniche. L’ordine e la disposizione studiata dei prodotti danno un’immagine di grande efficienza. Dietro il banco però c’è sempre il farmacista che non cambia il suo ruolo perché continua a conoscere bene i suoi paziente e che quando hanno bisogno è pronto a correre in soccorso con un consiglio esperto.  È quasi un amico di “famiglia”, conosce bene la gente del paese, ha sempre cercato di stabilire con i suoi compaesani un rapporto che va oltre quello che impone l’etica professionale.

Nei piccoli centri la farmacia diventa un’istituzione rassicurante: le persone sanno che per almeno otto ore al giorno è aperta, che lì possono trovare nuovi servizi, aiuto per prenotare le visite dallo specialista evitando l’uso del computer possono tenere sotto controllo patologie croniche misurandosi quotidianamente la glicemia e la pressione. Ma sono tanti gli screening che periodicamente si possono eseguire senza doversi spostare. Pensiamo alla telemedicina. Nel circuito delle farmacie FAP, comprese quelle rurali, si può eseguire l’Ecg a distanza e aspettarne l’esito, refertato da uno specialista senza muoversi dal paese.

Molti poi apprezzano il fatto che il farmacista, quando viene loro prescritta una nuova terapia, si impegna a supportarli facendolo loro comprendere bene come assumere i farmaci e usare quei dispositivi necessari per assumere correttamente gli stessi farmaci. Quante volte poi, dopo una visita specialistica,a chi è anziano e solo sorgono i dubbi su quel che ha detto lo specialista. Ecco qui il nuovo ruolo della Farmacia, che soprattutto nei piccoli centri molto spesso è l’unico presidio che rende meno gravoso il disagio del vivere lontani dalla città. Un atteggiamento che, seppur in misura diversa, è diffuso anche nelle farmacie di città appartenenti al network FAP che si impegnano a diffondere informazione, educazione sanitaria e tanta prevenzione.

L’obiettivo della prevenzione, è stato dimostrato dalla letteratura scientifica, ha successo soprattutto intercettando la popolazione a rischio con il contatto diretto e creando un ambiente che supporti il cittadino nella modificazione dello stile di vita. La farmacia infatti spesso riesce ad entrare in contatto anche con quella parte di popolazione che non ha un rapporto costante e frequente con il proprio medico di fiducia. Non stupisce che un recentissimo rapporto commissionato dalla National Pharmacy Association britannica abbia stimato che se tutte le farmacie proponessero ogni giorno a un solo paziente un semplice screening, come per esempio la misurazione della pressione arteriosa, si potrebbero esaminare 3.000.000 di persone l’anno e intercettare 750.000 persone con ipertensione non diagnosticata.

Da sempre le caratteristiche fondamentali del servizio farmaceutico italiano sono la capillarità, la vicinanza al pubblico e l’elevata preparazione dei professionisti. La nostra convinzione nel fare rete va proprio nella direzione di aumentare l’assistenza sul territorio ed in particolare per i pazienti cronici. Del resto questo ci viene riconosciuto sempre più spesso ogni qual volta si affronta, anche a livello decentrato, il concetto di farmacia dei servizi riconosciuto ora anche sul piano normativo, ideando e diffondendo la consapevolezza che nel futuro il farmacista sarà sempre più coinvolto nell’erogazione di servizi riguardanti lo stato di salute e benessere dei cittadini.

Il farmacista può anche svolgere un ruolo che forse oggi viene ancora in parte sottovalutato: quello di un professionista che con la sua competenza può svolgere una funzione di orientamento del paziente nei confronti del sistema sanitario nazionale.