Quando avere “INFLUENZA” è uno stato di salute

Nella stagione dei primi freddi, le vie aeree respiratorie sono aggredite da batteri e germi e si possono ammalare. Precauzioni di igiene quotidiana e una buona prevenzione vaccinale mettono al riparo.

Nel pieno della stagione influenzale ci siamo mai chiesti cosa sia realmente l’influenza? A cosa sia dovuta e come prevenirla? E soprattutto, ci stiamo vaccinando?

L’influenza è una malattia delle vie aeree causata dai virus influenzali che generalmente si presenta durante la stagione invernale. Il virus influenzale si trova nella saliva, nel muco delle vie respiratorie e può penetrare nell’organismo attraverso bocca, occhi e naso e si trasmette tramite il contatto con persone infette. Spesso vengono impropriamente etichettate come “influenza” diverse affezioni delle prime vie respiratorie, sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi molto simili (Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio etc…).

Le donne in gravidanza, i bambini molto piccoli, gli anziani, persone con altre patologie croniche o con il sistema immunitario compromesso hanno un rischio maggiore di contrarre l’influenza stagionale. Il virus può essere trasmesso dal momento del contagio fino ai tre/quattro giorni successivi a quando si manifestano i primi sintomi. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. Si diffonde molto facilmente negli ambienti affollati, in modo diretto (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata) ma anche indiretto attraverso la dispersione dei batteri su oggetti e superfici.

Come si presenta

I sintomi dell’influenza includono tipicamente l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.

Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche ), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini).

Prevenirla si può

Ci sono alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza:

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol.
  • Coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura.
  • Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono anche in questo modo.
  • Rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus.

Nonostante lavarsi le mani sia un gesto semplice ed economico (in particolare dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito) purtroppo è nella maggioranza dei casi sottovalutato. Eppure è l’intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni, anche negli ospedali.

La prevenzione vera sta nei vaccini

Ma oltre a queste regole igieniche, è possibile, ed è cosa buona e saggia, prevenire l’influenza anche mediante la somministrazione di vaccini specifici antinfluenzali. L’elevata variabilità virale rende necessario riformularli ogni anno, e rende quindi determinante verificare annualmente l’efficacia e la sicurezza. L’efficacia del vaccino antinfluenzale può variare notevolmente da stagione a stagione, a seconda di vari fattori fra i quali giocano un ruolo importante le caratteristiche della persona vaccinata (età e stato di salute), e il grado di corrispondenza o “match” tra virologica tra i ceppi di virus inclusi nel vaccino e quelli circolanti.

Ogni stagione vengono condotti studi specifici per determinare l’efficacia del vaccino antinfluenzale nel prevenire le forme di influenza confermata e rafforzare il valore della vaccinazione come intervento di sanità pubblica. È dimostrata un’efficacia nella riduzione della malattia e delle relative complicazioni ma soprattutto spiccano gli importanti benefici della vaccinazione per la salute pubblica, soprattutto quando c’è buona correlazione fra i ceppi vaccinali e quelli circolanti.

Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile. Infatti, per i bambini al di sotto dei 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane. Il vaccino antinfluenzale, va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l’inoculazione nel muscolo deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 2 anni; nei bambini fino ai 2 anni e nei lattanti la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia.

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