Si fa presto a dire mal di testa

Non tutti sanno che ci sono varie forme di cefalee e ciascuna richiede una strategia specifica. Spesso non comprese e curate adeguatamente interessano gran parte della popolazione mondiale.

Chi non ha mai sofferto anche solo per un giorno di un forte mal di testa? Bisogna preoccuparsi? Sono molte le domande inerenti il mal di testa, condizione estremamente comune che affligge milioni di persone in tutto il mondo.

Il mal di testa, o cefalea, è un dolore che coinvolge profondamente il capo fino alla parte superiore del collo, dando una sensazione di oppressione e costrizione, soprattutto a livello delle tempie, che condiziona la vita sociale e lavorativa delle persone che ne soffrono determinando una vera e propria disabilità, con elevato impatto economico sulla società. La cefalea rappresenta un vero e proprio problema di Sanità Pubblica che costa all’Italia ben 3,5 miliardi di euro l’anno.

I numeri della cefalea

La cefalea colpisce nel mondo circa 1 persona su 10 nel corso della vita, soprattutto nei Paesi occidentali, nel genere femminile e nel periodo di maggiore produttività lavorativa.
L’età maggiormente colpita è quella lavorativa, dai 25 ai 55 anni. Circa 3 donne su 4 dichiarano di aver sofferto di cefalea nell’arco della loro vita. Per quanto riguarda gli uomini sono invece più della metà.

La cefalea rappresenta circa il 5% delle visite dal medico di famiglia e il 30% delle visite dal neurologo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la cefalea tra le 20 patologie più invalidanti per le donne in età lavorativa e ha decretato che è la seconda malattia più frequente al mondo, dopo la carie dentale.

Infine, solo in Europa, ogni giorno 600 mila persone restano a letto perdendo giornate di studio e di lavoro a causa della cefalea.

Colpa di cosa

La cefalea, a meno di traumi alla testa o malattie di base non ancora diagnosticate, non è quasi mai provocata da un unico fattore. Si tratta, infatti, di una condizione multifattoriale, ovvero entrano in gioco elementi genetici, anatomici, sociali ed ambientali che fungono da stimoli che innescano le alterazioni dei meccanismi del dolore. Solitamente, i fattori che possono scatenare attacchi di cefalea sono molteplici e variano da persona a persona. Tra i principali si contraddistinguono fattori ambientali, alterazioni del sonno e variazioni ormonali.

Esistono degli stimoli specifici come, ad esempio, lo stress, la caffeina o altri alimenti, la postura scorretta che determinano un dolore molto forte in zone specifiche della testa e del collo molto sensibili al dolore (muscoli, arterie e vene, nervi, ossa e occhi). La cefalea viene, quindi, classificata a seconda delle sue caratteristiche: intensità, durata e sede.

I tanti tipi di cefalea

I mal di testa non sono tutti uguali. C’è il mal di testa caratterizzato da un fastidio insistente, il mal di testa forte che può dare una sensazione di dolore acuto o di compressione della testa simile ad una morsa e il mal di testa legato ad altre problematiche come ad esempio il dolore da cervicale o da ciclo.

Imparare a riconoscerlo e a individuarne le cause è fondamentale per evitare che diventi un fastidio frequente.

  • CEFALEA TENSIVA – È la più frequente in assoluto. È caratterizzata da un mal di testa continuo spesso localizzato in entrambi i lati della testa, di intensità lieve, associata a una sensazione di tensione muscolare alle tempie. Spesso si attenua durante il sonno, ma può ripresentarsi al risveglio, con un andamento fluttuante spesso legato direttamente al  livello di ansia o di stress del momento (ad esempio, al carico di lavoro, a stress relazionali etc.). Il dolore o il senso di tensione possono, quindi, essere avvertiti sino ai muscoli delle spalle e alla mandibola con una certa variabilità da individuo a individuo. Purtroppo, non si tratta solo di mal di testa. Infatti, molte persone che ne soffrono descrivono anche uno stato di malessere generalizzato, di ansia, di debolezza, di mancanza di concentrazione o depressione; condizione spesso limitante sul piano lavorativo, sociale e affettivo.

  • EMICRANIA – È molto frequente. Il dolore è descritto come intenso e di natura pulsante. La frequenza è molto variabile (da pochi episodi all’anno a 2-3 attacchi alla settimana). Colpisce un solo lato della testa (anche se a volte comprende entrambi i lati) e coinvolge generalmente la fronte e la tempia. Il dolore, di solito, peggiora con il movimento (ad esempio salire le scale), compromettendo le attività quotidiane. Gli attacchi vengono scatenati da diversi stimoli o situazioni: alimentari (come l’alcool), ormonali (come il ciclo mestruale), stress, variazioni meteorologiche, traumi, sforzi, stimoli sensoriali (luci o odori intensi e ambienti rumorosi), altitudine, febbre, posture scorrette e farmaci. Seppur più raramente, gli attacchi di emicrania possono essere preceduti (poche ore prima) da una serie di sintomi neurologici che rientrano nel nome di “aura”. L’aura dura da pochi minuti a massimo un’ora. Di solito i pazienti riferiscono di avere offuscamenti di vista, formicolii alle braccia o difficoltà nel parlare.

  • CEFALEA A GRAPPOLO È la cefalea più grave, ma anche la più facilmente riconoscibile. È una cefalea molto dolorosa, i pazienti (soprattutto uomini in questo caso) riferiscono una sofferenza enorme, con agitazione e nervosismo. L’attacco ha una durata breve, coinvolge quasi sempre un solo lato della testa ed è sempre associata a problemi oculari e nasali come lacrimazione o perdita di liquidi dal naso. Si chiama “a grappoli” perché gli attacchi tendono a concentrarsi durante la giornata, spesso ad orari fissi (ad esempio, dopo i pasti o durante la notte). L’assunzione di alcolici rappresenta un importante fattore che può scatenare le crisi.

Trova il rimedio, se c’è

Per i mal di testa non esiste una vera e propria cura. Si può intervenire sui sintomi attraverso l’assunzione di uno o più farmaci contemporaneamente, oppure si può aiutare il paziente alla comprensione delle cause per provare ad eliminarle.

Lo stress, l’alcool, le posture scorrette sono dei fattori che a volte scatenano le crisi di mal di testa e, sicuramente, se evitate migliorano la qualità di vita. Assumere, quindi, dei comportamenti corretti aiuta tantissimo e rappresenta la prima cosa da fare di fronte alla cefalea. Abolire il fumo di sigaretta e gli alcolici, fare yoga o agopuntura, imparare tecniche di rilassamento muscolare, evitare situazioni spiacevoli e stressanti a lavoro sono solo alcuni esempi delle terapie da mettere in pratica contro le emicranie.

Inoltre, i mal di testa sono estremamente variabili, la psiche gioca un ruolo molto importante, ciascuno di noi “vive” il mal di testa a modo proprio, per cui risulta molto difficile impostare una terapia uguale per tutti. Generalmente, un rimedio per la cefalea tensiva e per gli attacchi di emicrania di modesta entità può essere utile un antidolorifico classico (paracetamolo, indometacina o altri farmaci da banco facilmente reperibili in farmacia senza prescrizione medica), mentre per gli attacchi più gravi sono fondamentali i triptani, una classe di farmaci ormai in uso da molto tempo che si è dimostrata efficace nel ridurre il dolore dell’emicrania. Si possono usare anche antiemetici o cortisonici, o la combinazione di due o più farmaci tra quelli citati ma, non essendoci precise Linee Guida nel trattamento della cefalea, si rimanda al medico curante la scelta del farmaco migliore per quello specifico paziente.

Sono molti i casi in cui un farmaco è efficace in un paziente e non in un altro, per questo la terapia della cefalea viene definita “a scalini” ovvero si parte con un farmaco e si procede via via a sperimentarne altri o combinandoli tra loro fino a quando non si raggiunge il totale sollievo dai sintomi.

Per coloro che soffrono di attacchi gravi di cefalea da molto tempo, esistono delle terapie che possono prevenire ed evitare i futuri attacchi e comprendono dei farmaci che solitamente vengono utilizzati per altre problematiche, come beta-bloccanti, antiepilettici, calcio-antagonisti o antidepressivi.

Lo sapevi che…

  • Ultima curiosità: sembrerebbe che i batteri della bocca contribuiscono a scatenare il mal di testa. Una ricerca dell’Università della California a San Diego, pubblicata sulla rivista mSystems dimostra che nella bocca delle persone che soffrono di emicranie ricorrenti sono presenti maggiori quantità di batteri in grado di trasformare i nitrati del cibo in nitriti: queste molecole, una volta nel circolo sanguigno, possono essere convertite in ossido nitrico, dare vasodilatazione e scatenare violenti mal di testa.
  • Un precedente studio aveva già osservato che l’associazione tra cambiamenti climatici e mal di testa è presente anche nella cefalea tensiva anche se in percentuale minore rispetto agli emicranici. L’evidenza di un’associazione tra cefalea e cambiamenti climatici è ampiamente nota sebbene sia difficile da dimostrare scientificamente.
  • Uno studio americano condotto su 100 pazienti emicranici ha verificato che oltre il 70% considerava il cambiamento meteorologico come fattore predittivo del mal di testa. Lo studio ha poi osservato che il 50% dei soggetti si dichiarava sensibile a tutti i fattori meteorologici presi in esame (nebbia, pioggia, freddo e caldo di elevata intensità, sbalzi di pressione e umidità), mentre circa il 25% era sensibile rispettivamente a due o a uno solo dei suddetti fattori climatici.
  • Lo sapevi anche che è opinione diffusa tra coloro che soffrono di mal di testa, e in particolare di emicrania che il dolore possa essere scatenato da brusche variazioni atmosferiche (ad es. temporale, sbalzi di temperatura e di umidità) o dai venti caldi e secchi (meglio nota come la “sindrome dello scirocco” capace di indurre, oltre che mal di testa, anche insonnia e spossatezza).
  • Lo sapevi che il mal di testa può ritenersi una patologia illustre, citata nei versi di Fernando Pessoa (ho mal di testa e di universo). La cefalea ha avuto un posto nella storia sin dall’antica Grecia, dove si conoscevano già i principali termini: cefalea, mal di testa, pesantezza, emicrania, vertigine, stordimento e abbagliamento della vista. Platone, infatti, in uno dei suoi dialoghi, il Protagora, dice «mi si ottenebrò la vista» e «mi vennero le vertigini», legando questi sintomi a un’emicrania. Era anche nota la relazione fra cibo, vino e mal di testa, infatti si racconta che esisteva un cibo considerato la causa scatenante del mal di testa e, come dice Antifonte, questo potrebbe essere non solo il vino ma anche il midollo della palma, notizia che si ritrova poi anche in Senofonte. Fino a Socrate che cercò anche di trovargli un rimedio efficace proponendo un rimedio omeopatico.