Dottor Google, chi?

Chi non si è mai rivolto a Google a fronte di qualche sintomo? Siamo nel pieno boom di siti web e app sulla salute che forniscono diagnosi gratuite. Eppure la loro esattezza, secondo diverse ricerche, è solo una volta su tre.

A livello razionale, tutti sospettiamo della poco attendibilità di chiedere una diagnosi reale al web, ma quando stiamo male corriamo subito dall’oracolo Google. Ora a confermarci la sua poca attendibilità è la scienza. Arrendetevi: Dottor Google non è così affidabile, e le numerose app e siti web che offrono una diagnosi basandosi sui sintomi che specifichiamo non possono sostituire una diagnosi medica effettuata da un professionista o un primo consiglio e supporto dal proprio farmacista di fiducia.

Lo studio si è concentrato sulla realtà australiana, ma si può perfettamente estendere anche all’Italia per la natura globalizzata stessa dell’online. Se ne deduce che la maggior parte di questi strumenti sono inaffidabili, in alcuni casi addirittura dannosi. In media, la diagnosi corretta compare per prima tra i risultati di ricerca solamente un terzo delle volte.

Lo studio ha preso in analisi 36 tra app per smartphone e siti che offrono diagnosi gratuite, nelle quali hanno inserito le descrizioni dei sintomi che i pazienti normalmente comunicano al proprio medico di 48 diverse condizioni mediche. Dei 27 sintomi descritti che hanno trovato risposte, la diagnosi corretta è comparsa al primo posto solo nel 36% dei casi.

Un dato che trova conferma anche in una ricerca condotta ad Harvard cinque anni prima, nella quale analizzando siti e app diversi, aveva riscontrato una diagnosi corretta solo nel 34% dei casi.

Attenzione, il Dottor Google ha il suo perché

Rivolgersi al web non è inutile o sbagliato. Gli strumenti digitali sono oggi una realtà fondamentale, ma in tema di salute sono da impiegare per farsi un’idea di massima. Sono strumenti utili se utilizzati a fini educativi e unitamente al consulto di un professionista.

L’errore comune di questi siti analizzati, paradossalmente è l’eccesso di rapidità nella risposta e la spinta nel consiglio del pronto soccorso anche quando non realmente necessario. Da qui il peso sugli ospedali e sulla gestione delle reali emergenze.

In Italia la pratica dell’e-health (la salute online) è sempre più diffusa: oggi, secondo i dati di Medipragma  l’81% degli italiani dichiara di cercare sul web informazioni su sintomi, diagnosi, malattie e cure. Ma solo il 9% di chi si informa online si confronta poi con il proprio medico.

Per questo motivo, quando si tratta di salute, ancora oggi è meglio chiedere un consiglio a un professionista. È la ragione anche per la quale la Farmacia si sta indirizzando sempre più verso i servizi, in primis quelli in telemedicina che consentono di avere un referto e un consulto a distanza di un medico (cardiologo, pneumologo) in modo diretto e senza attese. Non solo, attraverso gli screening di prevenzione si ricevono anche tutta una serie di contenuti informativi e consigli pratici per come meglio gestire le cronicità e/o le situazioni a rischio.

La farmacia è accessibile a tutti, è presente nei quartieri, nei paesi: perché non ricerchiamo quella comodità a cui aneliamo in tutte le situazioni quotidiane. Il farmacista può e deve diventare il punto di riferimento, il consigliere di famiglia pre-consulto medico, che conosce la nostra storia “medica” e lo stato attuale di salute. Perché ancora non riusciamo a cogliere questa grandissima opportunità?! E perché anche il farmacista rallenta la sua corsa al posizionamento di punto primario di salute sul territorio?!