Vaccinazioni, questione di comunicazione

Ogni realtà regionale e provinciale ha seguito modalità differenti nel dare ai cittadini, sui propri siti web, informazioni su vaccini e vaccinazioni anti Covid. Solo poco più della metà (il 57%) ha uno spazio dedicato. A dirlo è l’indagine di Agenas e il laboratorio MeS della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.

Era il 9 dicembre 1979 quando i membri della Commissione globale per la certificazione dell’eradicazione del vaiolo poterono dichiarare la malattia “sradicata dal mondo”. La prima pandemia conosciuta era stata definitamente sconfitta grazie ad un vaccino.

A ricordarlo è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per evidenziare come la sconfitta del vaiolo debba essere un promemoria di come la cooperazione sanitaria internazionale possa realizzare risultati significativi e duraturi. E la vaccinazione anti COVID19 rappresenta una straordinaria opportunità per debellare questa nuova pandemia di Coronavirus.

Il pericolo dell’Esitazione…

I vaccini hanno reso possibile l’estinzione di diverse malattie che una volta erano la prima causa di morte…eppure nel corso degli ultimi anni ci si è trovati a dover  fronteggiare il fenomeno, sempre più diffuso, dello scetticismo della popolazione nei confronti della vaccinazione. Questo fenomeno prende il nome di ‘Vaccine Hesitancy͕͛ o in italiano, ‘esitazione vaccinale’.

La diffusa resistenza alla vaccinazione ha messo in luce la necessità di porre particolare attenzione alla comunicazione in merito alla vaccinazione. Vero. Un’adeguata ed efficace comunicazione è un grande supporto e strumento nella promozione dell’accettazione dei vaccini. Informazioni chiare, dirette e trasparenti aumentano la propensione dei cittadini a vaccinarsi. Senza dimenticare come il web, oggi, rappresenti una delle principali fonti di informazione sulla vaccinazione anti COVID19.

L’ ‘esitazione vaccinale’, termine che comprende i concetti di indecisione, incertezza, ritardo, riluttanza, esiste fin dalla disponibilità del primo vaccino e ha da sempre preoccupato molto le autorità sanitarie mondiali.

Da uno studio recentemente condotto per valutare l’atteggiamento nei confronti del vaccino COVID19 tra i pazienti affetti da Coronavirus ricoverati in una città del nord Italia, è emerso come più della metà degli intervistati nella coorte selezionata fossero esitanti o indecisi nei confronti del vaccino (59,2%). L’esitazione vaccinale è risultata minore in uno studio condotto tra gli studenti italiani, circa il 20%. Tale risultato è in linea con l’indagine recentemente condotta dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’indagine ha infatti rivelato come i meno propensi a vaccinarsi sono le persone con più basso titolo di studio. Sono anche le persone che vorrebbero ricevere maggiori informazioni dai soggetti pubblici istituzionali sanitari quali le Aziende Sanitarie, i medici di medicina generale e gli specialisti sanitari. Il potenziamento della comunicazione da parte dei sistemi sanitari regionali quindi non solo può aiutare a superare lo scetticismo degli indecisi ma diventa uno strumento per ridurre il gap culturale e assicurare maggiore equità.

Informazione web, il nuovo palco delle istituzioni

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di cittadini ricerca informazioni sanitarie su Internet. Oltre l’88% degli italiani ricerca informazioni sanitarie sul web e il 44% ritiene che l’utilizzo di Internet sia poco o per nulla rischioso. Un trend confermato dall’indagine di Agenas, da cui emerge che il 45,3% degli italiani riconosce Internet come il secondo canale principale di informazione sulla vaccinazione anti COVID19, dopo la televisione. Dalla stessa indagine è inoltre emerso come il 15,3% della popolazione vorrebbe ricevere maggiori informazioni sul vaccino da Internet. Internet e i siti web che lo popolano rappresentano un canale chiave per informare i cittadini sulla vaccinazione COVID19 e possono svolgere un ruolo significativo nel promuoverne la diffusione.

Ma, in base ai dati, sembra che ogni regione e/o provincia autonoma abbia adottato un proprio modello di comunicazione che in alcuni casi non è affatto esaustivo, in termini di informazione.

Risultati alla mano

Interessante è stato infatti scoprire, grazie ai risultati di questi studio, le differenze regionali. Solo il 57% dei siti web regionali ha uno spazio dedicato ad informare il cittadino. Il 29% (Piemonte, Trentino, Fvg, Molise, Calabria e Sardegna) ha uno spazio ad hoc, ma con informazioni parziali e/o frammentate. In tre regioni Campania, Basilicata e Valle d’Aosta (il 14%) non c’è uno spazio dedicato ad informare i cittadini sul Coronavirus. Il portale regionale “Costruire Salute” della Regione Sicilia, rappresenta invece un buon esempio di comunicazione al cittadino di informazioni sul Coronavirus riportate in modo esaustivo.

Ben l’81% dei siti web/portali regionali offre informazioni sulle categorie di cittadini che hanno diritto alla vaccinazione in accordo al Piano Strategico Nazionale per la vaccinazione anti Covid. Il 14% però riporta informazioni solo in maniera parziale (Abruzzo e Campania), mentre solo il Molise non cita alcuna informazione. Il sito web della Regione Emilia-Romagna rappresenta, sotto questo aspetto, il più esaustivo riportando uno spazio dedicato tutte le informazioni nel dettaglio sulle categorie degli aventi diritto.

Per quanto concerne l’informazione riguardo le diverse fasi della vaccinazione e quindi quali sono gli utenti che possono effettuare la vaccinazione, a livello regionale il 72% dei siti web/portali fornisce al cittadino informazioni esaurienti. Best practice in questo caso è il sito web della Regione Veneto.

Per quanto riguarda il luogo dove poter effettuare la vaccinazione, il 57% dei siti web/portali regionali fornisce informazioni esaurienti, indicando i punti di somministrazione attivi accompagnate dai relativi indirizzi. Mentre il 34% non offre informazioni (Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, calabria e Sardegna). La Regione Friuli Venezia, grazie ad un’infografica ben dettagliata sui diversi punti vaccinali attivi al momento dell’analisi, si è aggiudicato il primo posto.

Entrando nel merito delle informazioni sugli effetti collaterali correlati ai diversi tipi di vaccini, il 52% dei portali regionali non dà alcuna informazione. Il 48% riporta informazioni sui rischi della vaccinazione (Piemonte, Lazio e Molise), ma solo il 29%, Valle d’Aosta, Bolzano, Veneto, Fvg, Puglie e Sicilia lo fanno in maniera esaustiva. La regione del Veneto è stata la più efficiente con spiegazione dettagliate sugli effetti collaterali collegati alla vaccinazione con un video in cui un medico spiega al cittadino nel dettaglio le reazioni avverse osservate per ciascun vaccino disponibile.

L’obiettivo di questa analisi è rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale un servizio adeguato rispetto alle informazioni sulla vaccinazione anti Covid-19 e suggerire a chi di dovere quelle azioni che potrebbero rendere la comunicazione istituzionale (anche su web) efficace, uniforme partendo proprio dall’esperienza di navigazione del cittadino stesso e migliorandone la sua consapevolezza nella tutela alla salute.