La pandemia disegna una nuova Italia del cibo

L’esperienza del Covid ha fatto rivedere le priorità e le scelte, anche a tavola. Cresce l’approccio vegetariano/vegano e le diete del “senza”.

Si intravede una nuova Italia in termini di stili alimentari dopo questa esperienza pandemica ancora non terminata. Il bisogno di trovare un nuovo equilibrio e rapporto con il mondo, l’ambiente e gli altri sembra fare da traino per molte scelte. Anche quelle che interessano l’alimentazione.

A dirlo sono i numeri dell’ultima edizione 2021 del rapporto Eurispes. Il 6,6% degli italiani dice di non essere attualmente vegetariano, ma di esserlo stato in passato, mentre il 5,8% fa sapere di essere vegetariano e il 2,4% vegano. Tra vegetariani e vegani, dunque, i numeri di quanti si sono allontanati da un’alimentazione onnivora crescono. Negli ultimi due anni i valori si attestano a livelli superiori rispetto alla media,  rispettivamente all’8,9% nel 2020 (valore massimo registrato nella serie storica) e all’8,2% nell’anno in corso. A scegliere un’alimentazione vegetariana sono soprattutto le donne (6,9% contro il 4,7% degli uomini); fra i vegani, invece, i maschi superano l’universo femminile, 2,7% contro il 2%.

Etica o benessere, vince la dieta vegetale

Per il 23,1% di quanti si sono dichiarati vegetariani o vegani, questa scelta si inserisce in una più ampia filosofia di vita, che non si esaurisce nell’amore verso gli animali, ma abbraccia una volontà più ampia di prendersi cura del mondo in cui viviamo. Per il 21,3% la decisione si configura come salutista, tendente al benessere dell’essere umano e per il 20,7% come rispettosa nei confronti degli animali. Le altre motivazioni che si configurano come scelta principale alla base della pratica vegetariana riguardano la tutela dell’ambiente (11,2%), la voglia di sperimentare nuovi stili alimentari (9,5%) e la convinzione di sacrificare quantità di cibo in favore della qualità, mangiando meno e meglio (5,9%).

“Senza” e integrazione

Prendono il volo le diete del “senza” e l’uso di integratori. Oltre il 31% degli italiani predilige prodotti senza grassi, senza zucchero, senza uso di antibiotici e altre sostanze “nocive”. E il 23,5% predilige prodotti arricchiti da vitamine, minerali e altri nutrienti, cosiddetti “superfood”. Non a caso, il 17% sceglie consapevolmente di abbinare alla dieta alimentari, l’assunzione di integratori. Il senza lattosio è seguito dal 17%, mentre il senza glutine è scelto da quasi il 14%.

Uomo o donna? Sono le donne a guidare la classifica del salutismo. Vincono infatti loro nelle diete del senza. Sono loro a prediligere i prodotti senza zuccheri e grassi aggiunti (il 34,4% delle donne contro il 28,3% degli uomini). Il 20,1% del gentil sesso compra il “senza lattosio”, contro il 13,8% degli uomini. Mentre nel senza glutine il divario è 15,2% contro il 12,3%.

Sceglie una dieta che privilegia invece prodotti arricchiti con omega-3, vitamine e minerali, superfood il 25,5% delle donne contro il 21,5% degli uomini. E il 19,3% delle donne contro il 14,8% degli uomini compra e arricchisce la dieta con gli integratori alimentari. contro il 12,3% degli uomini.

La pandemia ha messo in discussione valori, interessi, scelte, etiche, priorità, prospettive. E gli stili alimentari non potevano non esserne coinvolti a dimostrazione di quanto il cibo risenta di valori e convinzioni che riflettono il momento storico in cui viviamo.