Freddo e Dermatite: quando la pelle si screpola

La poca luce del sole d'inverno scatena alcune patologie della cute che richiedono una cura maggiore e una prevenzione con creme nutrienti a base di urea.

Con l’arrivo della stagione fredda la pelle necessita di un’attenzione particolare. Come suggerisce l’espressione stessa, la dermatite da freddo sopraggiunge quando la temperatura si abbassa, la pelle si screpola e si irrita, fino al punto di spaccarsi.

I motivi principali sono due: la pelle viene nutrita di meno, perché i vasi sanguigni si contraggono per risparmiare il calore, e vengono a mancare gli effetti positivi del sole, tra cui la sintesi della vitamina D.

Chi è più a rischio

Le zone maggiormente colpite sono quelle esposte, come le mani e il viso. La più comune è quella della mano appunto: diviene secca, la pelle sembra ruvida come carta vetrata e a volte compaiono le dolorose ragadi ai polpastrelli che ci impediscono i comuni lavori con le mani.

Il viso, invece, si sa è molto delicato e allo stesso tempo sempre esposto. Il disturbo peggiora se si è già atopici, ossia se si soffre di una dermatite che non ha una vera causa, ma è costituzionale e si manifesta con pelle molto secca e irritabile.

Non ne sono esenti le gambe e le braccia. Il motivo? È duplice: uno è costituito dalla scarsità di ghiandole sebacee propria degli arti sia inferiori che superiori, l’altro dalla “copertura” dei vestiti.

Poiché mani, gambe e braccia hanno un film idrolipidico più povero rispetto alle altri parti del corpo, non ricevono sufficiente nutrimento dai fattori idratanti naturali, tantomeno dalle ghiandole sebacee. Così, in caso di freddo intenso, sia secco che umido, al quale si aggiunge l’inquinamento urbano, queste zone del corpo sono soggette a dermatiti, dette appunto da freddo. E se la pelle è costituzionalmente secca, il rischio è maggiore.

Ma come ti vesti

Per quanto riguarda la componente dell’abbigliamento, in inverno si tende a vestirsi a strati che, sommati, possono irritare le pelli più predisposte, desquamandole. Basta soffermarsi alle pellicine che restano sui pantaloni e/o sui collant quando ci si spoglia a fine giornata. Spesso sono accompagnate da irritazioni alle gambe (soprattutto sui polpacci) che assumono varie manifestazioni, quali screpolature, escoriazioni, arrossamenti, secchezza, fino a gonfiore e a prurito.

Consigli per prevenire e curare la fredda dermatite

Le dermatiti da freddo vanno sia prevenute, sia combattute. La prevenzione più efficace, oltre che tenersi ben coperti, è diminuire i lavaggi e non usare detergenti schiumogeni. Infatti, la produzione di lipidi cutanei diminuisce drasticamente durante la stagione invernale e se continuiamo a lavarci come durante l’estate si favorisce la secchezza cutanea e le sue conseguenze per eccessiva sottrazione di lipidi dalla pelle.

È dunque da preferire un lavaggio breve, preferendo detergenti non schiumogeni (che risparmiano i lipidi cutanei) e asciugarsi bene.

Il passaggio successivo è nutrire la pelle con creme ricche e specifiche. Le creme idratanti non bastano e, nelle irritazioni più intense, sono inutili se non addirittura dannose. Un paradosso? La pelle affetta da dermatite da freddo non ha bisogno di acqua ma di nutrimento. L’acqua a contatto col freddo potrebbe “ghiacciarsi”, aumentando la sensazione di freddo e bagnato (anche se impercettibile) e quindi peggiorare la dermatite da freddo.

Per curarla, occorrono quindi creme nutrienti e unguenti dalla composizione chimica A/O (acqua in olio), ovvero più ricche di oli e grassi, piuttosto che di acqua. Gli ingredienti delle creme per la dermatite da freddo non vanno scelti a caso: sono efficaci i lipidi, come gli acidi grassi Omega 3 e 6 che nutrono la pelle, rafforzandone la barriera; l’urea, una sostanza naturalmente presente nella pelle che accresce la capacità cutanea di aumentare l’idratazione fisiologica e gli antiossidanti (come ad esempio la vitamina E) che leniscono le infiammazioni e riducono gli arrossamenti.

Meglio, inoltre, evitare i tessuti sintetici, i detersivi troppo profumati e il contatto con fattori allergenici, come ad esempio la polvere e il pelo animale.